Il premio non è una "beffa"...

Gio, 29/10/2009
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Il dopo Global Junior Challenge. Il caso di Alessandro e lo sfogo dell’educatore.
 
A nessuno dei presenti in Campidoglio il 9 ottobre scorso, per la premiazione del concorso internazionale GJC, è sfuggita la carrozzina elettrica di Alessandro che schizzava veloce verso Tullio De Mauro quando ha annunciato il nome del progetto vincitore “Sono a casa ma sono a scuola”. Dietro i compagni di classe, la quarta A della scuola elementare Iqbal Masih di Roma, con i capellini colorati. Sono bambini di 9 anni ancora ignari di burocrazia e politica. Hanno circondato Alessandro e il maestro Luca Vitali, per ritirare il premio insieme, perché sanno che in qualche modo è un riconoscimento “corale”, a tutte le persone che hanno reso possibile il progetto.
 
 
E’ di ieri lo "sfogo" di Gianluigi Passaro, assistente educativo dell'istituto Iqbal Masih di Roma, all’agenzia Adnkronos. “Il riconoscimento al Campidoglio, patrocinato dalla presidenza della Repubblica oltre che dal Comune di Roma - fa notare Passaro - a me è suonato come una beffa, come una vera e propria contraddizione. Per me andare in Campidoglio è stata una grossa sofferenza, perché si tratta di un premio che, in realtà, non riconosce affatto tutto quel che abbiamo messo in questa iniziativa".
 
E’ vero, la vicenda professionale di Gianluigi Passaro lascia l’amaro in bocca. Se Alessandro, affetto da Sma (Spinal Muscolar Athophy), può seguire le attività scolastiche anche da casa grazie ad una webcam, una postazione internet e un software dedicato, invece, all’educatore che si occupa di lui non sono riconosciute le ore di lavoro “in collegamento”. Viene pagato ad ore e solo quando Alessandro è fisicamente presente in classe. Questa difficoltà di riconoscere la potenza inclusiva della tecnologia, il valore degli insegnanti innovatori e di valutare anche il lavoro a distanza è davvero una mancanza di lungimiranza.
 
Ma il premio, al contrario, è autentico e “vero”. Il progetto “Sono a casa ma sono a scuola” è stato selezionato e scelto da una giuria internazionale, che lo ha valutato in base a diversi parametri, uguali per tutti i 446 progetti iscritti. Lo scopo del concorso internazionale Global Junior Challenge è proprio quello di valorizzare i progetti più innovativi che utilizzano le nuove tecnologie per la formazione e l’inclusione.  
Proprio in questi giorni la Fondazione Mondo Digitale supporta il progetto E-Care in una scuola di Jesi, in provincia di Ancona: sono state attivate altre postazioni come quella di Alessandro. Significa che altri tre ragazzi, che per diverse ragioni non hanno la possibilità di frequentare fisicamente la scuola, possono comunque continuare a partecipare alla vita scolastica e a studiare con profitto insieme ai compagni di classe.
Il Global Junior Challenge vuole mettere in rete queste soluzioni e volorizzare il lavoro degli insegnanti, nonostante le contraddizioni e le difficoltà del sistema scolastico italiano.
 
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