«Tom!»
Nessuna risposta.
«Tom!»
Nessuna risposta.
«Dove sarà andato a ficcarsi quel ragazzo? Tom!»
La vecchia signora si tirò gli occhiali sulla punta del naso
e volse, sopra le lenti, lo sguardo nella stanza; poi se li spinse sulla
fronte e guardò da sotto in su.
Di rado o forse mai, per cercare una cosa piccina come un ragazzo, guardava
attraverso le lenti, perché quelli erano i suoi occhiali più
eleganti, l'orgoglio del suo cuore, e non dovevano rispondere a un criterio
di utilità ma semplicemente conferire «distinzione»:
ci avrebbe visto altrettanto bene attraverso due piastre da cucina.
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Tom marinò
la scuola, infatti, e si divertì un mondo. Tornò a casa
appena in tempo per aiutare Jim, il
ragazzetto di colore, a segare la legna per l'indomani, e a preparare,
prima di cena, la legna piccola per accendere il fuoco: almeno arrivò
in tempo per raccontare le sue avventure a Jim mentre Jim faceva i tre
quarti del lavoro.
Sid, il fratello minore di Tom (o meglio il suo fratellastro), aveva
già finito la sua parte (che consisteva nel raccogliere i trucioli),
perché era un ragazzo tranquillo e non avventuroso e turbolento
come Tom.
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Alla fine
Tom disse:
«Posso romperti il muso.»
«Provaci.»
«Ne sono capacissimo.»
«Non è vero.»
«Sì che è vero.»
«Non è vero.»
«Sì.»
«No.»
«Sì.»
«No.»
Una pausa imbarazzata. Poi Tom disse:
«Come ti chiami?»
«Non sono affari tuoi.»
«Be', ora lo sono.»
«Ma davvero?»
«Davvero.»
«Avanti, allora. Forza.»
«Oh, ti credi tanto furbo, eh? Potrei suonartele con una mano
legata dietro la schiena, se volessi.»
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Tom disse:
«Senti, Jim; vado io a prender l'acqua, se tu imbianchi un po'
dello steccato.»
Jim scosse la testa e disse:
«Non posso, Padron Tom. La signora mi ha detto di andare a prender
l'acqua e di non fermarmi a perder tempo con nessuno. Ha detto che forse
Padron Tom mi avrebbe chiesto d'imbiancare lo steccato, e mi ha detto
di non dargli retta e di badare agli affari miei: che a imbiancare lo
steccato ci pensava lei.»
«Oh, non badare a quello che ha detto, Jim. Dice sempre così.
Dammi il secchio: ci metto un minuto. Non se ne accorgerà nemmeno.»
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Ben disse:
«Ciao, vecchio; devi sgobbare, eh?»
«Ah, sei tu, Ben! Non me n'ero accorto.»
«Di', io vado a fare il bagno. Non ci verresti anche tu? Ma certo,
tu preferisci lavorare, no? Si capisce!»
Tom fissò il ragazzo per un attimo e disse:
«Cos'è il lavoro, secondo te?»
«Be', quello lì non è un lavoro?»
Tom prima riprese a verniciare, poi rispose con aria indifferente:
«Be', forse sì e forse no. Tutto quello che so io è
che a Tom Sawyer gli sta bene.»
«Oh, su, dai, non vorrai farmi credere che ti piace!»
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Mentre passava
davanti alla casa dove abitava Jeff Thatcher, vide nel giardino una
bambina nuova: una graziosa creaturina con occhi celesti e i capelli
biondi intrecciati in due lunghe code, una bianca vestina estiva e un
paio di mutandoni ricamati.
L'eroe fresco della vittoria cadde senza sparare un colpo.
Una certa Amy Lawrence svanì dal suo
cuore senza lasciarvi neppure l'ombra di un ricordo.
Tom aveva creduto di amarla alla follia; aveva considerato la sua passione
una forma di adorazione vera e propria; e ora scopriva che si trattava
solo di un capriccetto insignificante.
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Tom rimase
indietro di qualche passo e si accostò a un compagno col vestito
della festa come lui:
«Di', Bill, hai un biglietto giallo?»
«Sì.»
«In cambio cosa vuoi?»
«Tu cosa mi dai?»
«Un pezzo di liquirizia e un amo.»
«Fa' vedere.»
Tom esibì la sua merce.
Fu trovata soddisfacente, e i beni cambiarono di mano.
Poi Tom offrì un paio di biglie bianche per tre biglietti rossi,
e qualche altra cianfrusaglia per un paio di quelli blu.
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"Ecco,
tu conosci senza dubbio i nomi dei dodici apostoli. Non vuoi dirci i
nomi dei primi due che furono scelti dal Signore?"
Tom stava tirandosi un bottone e aveva un'aria piuttosto impacciata.
Poi arrossì e abbassò gli occhi. Il signor Walters si
sentì mancare.
Si disse: È impossibile che questo ragazzo sappia rispondere
alla più semplice delle domande... Perché il giudice ha
voluto interrogarlo?
Tuttavia si sentì costretto a intervenire e disse:
«Rispondi al signore, Thomas: non aver paura.»
Ma Tom rimase muto come un pesce.
«Via, sono sicura che a me lo dirai», disse la signora.
«I nomi dei primi due discepoli erano...»
«Davide e Golia!»
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Sid corse
giù e disse:
«Oh, zia Polly, vieni! Tom sta morendo!»
«Morendo?»
«Sì, zia. Non perdiamo tempo, vieni, presto!»
«Sciocchezze! Non ci credo!»
Ciò nonostante si precipitò di sopra, con Sid e Mary alle
calcagna.
E anche il suo viso era impallidito, e le tremavano le labbra.
Quando fu al suo capezzale disse, boccheggiando:
«Ehi, Tom! Tom, cos'hai?»
«Oh, zietta, io...»
«Cos'hai? Parla! Cos'hai, bambino mio?»
«Oh, zietta, il dito malato sta andandomi in cancrena!»
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E
in un lampo fu addosso al dottore, e i due cominciarono a lottare con
tutta la loro forza, calpestando l'erba e arando il terreno con i tacchi.
Joe l'indiano balzò in piedi, con gli occhi fiammeggianti di odio,
afferrò il coltello di Potter e si avvicinò furtivamente,
come un gatto, girando con le gambe piegate intorno ai lottatori, cercando
l'occasione buona.
Tutt'a un tratto il dottore si liberò, svelse l'asse piantata sulla
tomba di Williams e con un colpo ben assestato atterrò Potter;
e nello stesso istante il meticcio vide l'occasione buona, e piantò
fino all'impugnatura il coltello nel petto del giovane.
Il dottore barcollò e cadde in parte su Potter,
inondandolo del proprio sangue, e nello stesso momento le nuvole cancellarono
l'orribile spettacolo, e i due ragazzi atterriti se la diedero a gambe
nelle tenebre. |
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