Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
di J.K. Rowling

"Benvenuti sul Nottetempo, mezzo di trasporto di emergenza per maghi e streghe in difficoltà. Allungate la bacchetta, salite a bordo e vi portiamo dove volete. Mi chiamo Stan Picchetto, e sono il vostro bigliettaio per questa notte"

Harry Potter era un ragazzo insolito sotto molti punti di vista. Prima di tutto, odiava le vacanze estive più di qualunque altro periodo dell'anno.
Poi voleva davvero fare i compiti, ma era costretto a studiare di nascosto, nel cuore della notte.
E per giunta era un mago.

Ma zia Marge all'improvviso tacque, per un attimo, tu come se le mancassero le parole.
Sembrava gonfia di una rabbia inesprimibile, una rabbia che continuava a premere, a premere da dentro.
Il suo faccione rosso cominciò ad allargarsi, i suoi occhietti presero a sporgere e la sua bocca si stirò a tal punto da impedirle di parlare.
Un attimo dopo, parecchi bottoni saltarono dalla giacca di tweed e rimbalzarono sulle pareti.
Si stava gonfiando come un pallone mostruoso, con lo stomaco che esplodeva dalla gonna di tweed e le dita simili a salsicce.

Ron balzò in avanti. Crack!
Qualcuno urlò. Un ragno gigante, alto due metri e coperto di peli, avanzava verso Ron, agitando le tenaglie, minaccioso.
Per un attimo, Harry pensò che Ron fosse come paralizzato. E poi...
"Riddikulus!" gridò Ron con rabbia, e le zampe del ragno scomparvero; la bestia prese a rotolare su se stessa; Lavanda Brown strillò balzando all'indietro; il corpo rotolò fino ai piedi di Harry, che levò la bacchetta, pronto, quando...
"Di qua!" esclamò il professor Lupin all'improvviso, correndo in avanti.
Crack!
Il ragno senza zampe era sparito.

...Harry stava scendendo in picchiata verso terra quando gli spettatori lo videro mettersi una mano a coppa sulla bocca come se stesse per dare di stomaco: cadde carponi sul terreno di gioco, tossì ... e qualcosa di dorato gli cadde in mano. .........

Harry guardò gli occhi tenebrosi di Sirius Black, l'unica parte di quel volto scavato che avesse una parvenza di vita.
Harry non aveva mai incontrato un Vampiro, ma aveva visto delle figure sui libri al corso di Difesa contro le Arti Oscure, e Black, con la sua pelle di un bianco cereo, lo sembrava proprio.
"Fa paura, eh?" disse Stan, che aveva osservato Harry mentre leggeva.

Ma la porta si aprì piano piano prima che Lupin potesse raggiungerla.
In piedi sulla soglia, illuminata dalle fiammelle danzanti nella mano di Lupin, c'era una figura ammantata che torreggiava fino al soffitto.
Aveva il volto completamente nascosto dal cappuccio.
Gli occhi di Harry sfrecciarono in basso, e quello che vide gli diede una stretta allo stomaco. Una mano spuntava dal mantello, ed era scintillante, grigiastra, viscida e rugosa, come una cosa morta rimasta troppo a lungo nell'acqua...