Harry
Potter e il prigioniero di Azkaban
di J.K. Rowling
"Benvenuti
sul Nottetempo, mezzo di trasporto di emergenza per maghi e streghe
in difficoltà. Allungate la bacchetta, salite a bordo e vi portiamo
dove volete. Mi chiamo Stan Picchetto, e sono il vostro bigliettaio
per questa notte"
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Harry
Potter era un ragazzo insolito sotto molti punti di vista. Prima di
tutto, odiava le vacanze estive più di qualunque altro periodo
dell'anno. |
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Ma
zia Marge all'improvviso tacque, per un attimo, tu come se le mancassero
le parole.
Sembrava gonfia di una rabbia inesprimibile, una rabbia che continuava a premere, a premere da dentro. Il suo faccione rosso cominciò ad allargarsi, i suoi occhietti presero a sporgere e la sua bocca si stirò a tal punto da impedirle di parlare. Un attimo dopo, parecchi bottoni saltarono dalla giacca di tweed e rimbalzarono sulle pareti. Si stava gonfiando come un pallone mostruoso, con lo stomaco che esplodeva dalla gonna di tweed e le dita simili a salsicce. |
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Ron
balzò in avanti. Crack! |
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...Harry
stava scendendo in picchiata verso terra quando gli spettatori lo videro
mettersi una mano a coppa sulla bocca come se stesse per dare di stomaco:
cadde carponi sul terreno di gioco, tossì ... e qualcosa di dorato
gli cadde in mano. .........
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Harry
guardò gli occhi tenebrosi di Sirius Black, l'unica parte di
quel volto scavato che avesse una parvenza di vita. |
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Ma
la porta si aprì piano piano prima che Lupin potesse raggiungerla. |
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