Silente si schiarì di nuovo la voce.
"Come stavo dicendo" disse, sorridendo alla marea di studenti davanti a lui, tutti con gli occhi ancora puntati su Malocchio Moody, "nei prossimi mesi avremo l'onore di ospitare un evento assai emozionante, un evento che non ha luogo da più di un secolo. È con grandissimo piacere che vi informo che il Torneo Tremaghi quest'anno si terrà a Hogwarts".

"Sta SCHERZANDO!" disse Fred Weasley ad alta voce.

"Come sapete, tre campioni gareggeranno nel Torneo, uno per ogni scuola. Essi otterranno un punteggio in base all'abilità dimostrata in ciascuna delle prove del Torneo e il campione che avrà totalizzato il punteggio più alto dopo la terza prova vincerà la Coppa Tremaghi. I campioni verranno designati da un selezionatore imparziale... il Calice di Fuoco"

Ora nell'Ingresso lo ascoltavano tutti. Malfoy raddrizzò la pagina con un gesto pomposo e lesse:

Arnold Weasley, che due anni fa fu accusato di possesso di un'auto volante, ieri è stato coinvolto in una zuffa con parecchi protettori della legge babbani ('poliziotti') a causa di alcuni bidoni della spazzatura altamente aggressivi. Pare che il signor Weasley sia intervenuto in aiuto di Malocchio Moody, l'anziano ex Auror che è andato in pensione dal Ministero quando non è stato più in grado di distinguere fra una stretta di mano e un tentato omicidio. Com'era prevedibile, il signor Weasley, all'arrivo presso la casa strettamente sorvegliata del signor Moody, ha scoperto che quest'ultimo aveva ancora una volta dato un falso allarme. Il signor Weasley è stato costretto a modificare parecchie memorie prima di riuscire a sfuggi-re ai poliziotti, ma si è rifiutato di rispondere alle domande della Gazzetta del Profeta sul perché abbia coinvolto il Ministero in una scena tanto indegna e potenzialmente imbarazzante.

Moody pescò nel barattolo, prese uno dei ragni e lo tenne nel palmo della mano in modo che tutti lo vedessero.
Poi puntò la bacchetta contro di lui e borbottò: "Imperio!"

Il ragno si calò con un balzo dalla mano di Moody appeso a un sottile filo di seta, e prese a dondolarsi avanti e indietro come su un trapezio.

Tese le zampe rigidamente, poi fece un salto all'indietro, spezzando il filo e atterrando sulla scrivania, dove cominciò a fare la ruota in cerchio. Moody agitò la bacchetta, e il ragno si alzò su due delle zampe posteriori e si esibì in quello che era un inconfondibile passo di tip tap.

Tutti risero: tutti tranne Moody.

Moody levò la bacchetta, e Harry presentì quanto sarebbe accaduto e rabbrividì.

"Avada Kedavra!" ruggì Moody.

Ci furono un lampo di luce verde accecante e un rumore improvviso, come se un'entità enorme e invisibile galleggiasse nell'aria: il ragno si rovesciò sulla schiena all'istante, intatto ma inequivocabilmente morto. Pa-recchie ragazze lanciarono grida soffocate; Ron si era gettato all'indietro e quasi cadde dalla sedia quando il ragno scivolò verso di lui.

Moody spazzò via il ragno morto dalla cattedra.
"Non è bello" disse tranquillamente. "Non è piacevole. E non c'è con-tromaledizione. Non c'è modo di fermarlo. Solo una persona, che si sappia, è mai sopravvissuta, e questa persona è seduta qui di fronte a me".

Quando lui e Hermione raggiunsero il sotterraneo di Piton dopo pranzo, scoprirono che i Serpeverde li aspettavano fuori, ognuno con una grossa spilla appuntata sulla divisa in bella vista. Per un folle attimo Harry pensò che si trattasse di spille CREPA - poi si accorse che avevano tutte lo stesso slogan a lettere rosse che brillavano vivaci nel corridoio sotterraneo scarsamente illuminato:

TIFATE PER CEDRIC DIGGORY -
IL VERO CAMPIONE DI HOGWARTS!

"Ti piacciono, Potter?" esclamò Malfoy ad alta voce mentre Harry si avvicinava. "E non è tutto: guarda!"
Premette la spilla e lo slogan sparì, sostituito da un altro, questa volta verde:

POTTER FA SCHIFO

"Allora... hai già idea di come farai a superare il tuo drago?"
"No" rispose Harry.
"Be', non ho intenzione di dirtelo" disse Moody burbero. "Non faccio favoritismi, io. Ti darò solo qualche buon consiglio generale. E il primo è: gioca secondo le tue forze".
"Non ne ho" disse Harry, prima di riuscire a trattenersi.
"Se permetti" ringhiò Moody, "te lo dico io che le hai. Ora rifletti. Qual è la cosa che sai fare meglio?"

Harry si sforzò di concentrarsi. Qual era la cosa che sapeva fare meglio? Be', era facile davvero...
"Il Quidditch" rispose depresso, "e mi sarà molto utile..."

Levò la bacchetta.
"Accio Firebolt!" urlò.

Attese, ogni fibra del suo corpo che sperava, pregava... se non avesse funzionato... sembrava che vedesse ogni cosa intorno attraverso una sorta di barriera trasparente e luccicante, come una foschia di calore, che faceva fluttuare in modo strano il recinto e le centinaia di facce attorno a lui...
E poi la sentì sfrecciare nell'aria alle sue spalle; si voltò e vide la sua Fi-rebolt che si scagliava verso di lui costeggiando il bosco, galleggiava nel recinto, e s'immobilizzava a mezz'aria accanto a lui, in attesa che la cavalcasse.
La folla faceva ancora più rumore... Bagman urlava qualcosa... ma le orecchie di Harry non funzionavano più a dovere... ascoltare non era im-portante...
Gettò la gamba oltre la scopa e decollò. E un istante dopo, accadde qualcosa di miracoloso...

La professoressa McGranitt disse, sovrastando il rumore: "Potter... devo parlarti, se non ti dispiace".
Temendo che ciò avesse qualcosa a che fare con il merluzzo di gomma senza testa, Harry si avviò depresso verso la cattedra.
La professoressa McGranitt attese che il resto della classe se ne fosse andato e poi disse: "Potter, i campioni e i loro partner..."
"Quali partner?" esclamò Harry.
La professoressa McGranitt lo guardò sospettosa, come se lui avesse cercato di fare lo spiritoso.
"I partner per il Ballo del Ceppo, Potter" disse gelida. "I vostri partner per le danze".
Le viscere di Harry si contorsero. "Partner per le danze?" Si sentì arrossire.

"Io non ballo" aggiunse in fretta.

"Oh sì, che balli" disse la professoressa McGranitt irritata. "E quello che ti sto dicendo. Per tradizione, i campioni e i loro partner aprono le danze".

"Ehi... Harry!"
Era Cedric Diggory. Saliva di corsa le scale per raggiungerlo, mentre Cho aspettava di sotto nell'Ingresso.

"Sì?" disse Harry freddamente.
Cedric esitò, lasciando capire di voler parlare a quattr'occhi con Harry. Ron scrollò le spalle stizzito e continuò a salire da solo.
"Senti..." Cedric abbassò la voce mentre Ron spariva. "Mi hai detto dei draghi, quindi ti devo un favore. Sai l'uovo d'oro? Il tuo ulula quando lo apri?"
"Sì" rispose Harry.
"Be'... fatti un bagno, ok?"
"Cosa?"
"Fatti un bagno, e... ehm... porta con te l'uovo, e... ehm... pensaci su nell'acqua calda. Ti aiuterà a riflettere... fidati".
Harry lo guardò sbalordito.

"E te ne dico un'altra" aggiunse Cedric. "Usa il bagno dei Prefetti. Quarta porta a sinistra della statua di Boris il Basito al quinto piano. La parola d'ordine è Frescopino. Devo andare... volevo dare la buonanotte..."

"Bene, tutti i nostri campioni sono pronti per la seconda prova, che co-mincerà al mio fischio. Hanno un'ora esatta per recuperare ciò che è stato sottratto loro. Uno... due... tre!"

Il fischio echeggiò acuto nell'acqua fredda e immobile; le tribune risuo-narono di urla e applausi; senza voltarsi a guardare che cosa facevano gli altri campioni, Harry si tolse le scarpe e le calze, estrasse dalla tasca la manciata di Algabranchia, se la ficcò in bocca ed entrò nel lago.

Era così freddo che sentì la pelle delle gambe bruciare come se fosse fuoco e non acqua ghiacciata. La veste inzuppata lo appesantiva mentre avanzava sprofondando; ora l'acqua gli arrivava oltre le ginocchia, e i piedi, che diventavano rapidamente insensibili, slittavano sul limo e sulle piatte pietre scivolose.

La sfinge sedette sulle zampe posteriori, proprio al centro del sentiero, e recitò:

La mia prima è la terza di passione,
e tre ne vuole la sottomissione,
la seconda è colei che, amica o amante,
del cuore è la compagnia costante,
la terza è un albero dalla chioma folta,
nobile ramo di foresta incolta.
Ora unisci le tre e dimmi, o tu, viandante:
nero, sei zampe, sporco e ripugnante,
veramente baciarlo è cosa grama.
Sai ora dirmi come esso si chiama?

Harry la guardò a bocca aperta.
"Potresti ripeterlo... più lentamente?" chiese esitante.

Da molto lontano sopra di lui, una voce fredda e acuta disse: "Uccidi l'altro".

Un sibilo, e una seconda voce urlò le parole nella notte:

"Avada Kedavra!"

Un lampo di luce verde saettò attraverso le palpebre di Harry, e sentì qualcosa di pesante cadere a terra accanto a lui; il dolore alla cicatrice raggiunse un tale picco che fu preso da un conato di vomito, e poi diminuì; terrorizzato all'idea di ciò che stava per vedere, apri gli occhi che gli bruciavano.

Cedric era disteso a terra al suo fianco, a braccia aperte.

Era morto.

Codaliscia gemeva e si lamentava per il dolore.
Harry non capì di averlo di fronte finché non ne avvertì il respiro affannoso sul volto. "S-sangue del nemico... preso con la forza... farai risorgere... il tuo av-versario".

Harry non poté far nulla per evitarlo, era legato troppo stretto... attraverso gli occhi socchiusi, lottando invano con le corde che lo avvincevano, vide il lucente pugnale d'argento tremare nella mano rimasta a Codaliscia.
Avvertì la punta penetrare nell'incavo del braccio destro, e il sangue scorrere lungo la manica della veste strappata.

Codaliscia, sempre ansimando di dolore, si frugò in tasca, estrasse un'ampolla di vetro e la riempì del sangue che scorreva dalla ferita di Harry.